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schiacciata con l’uva

25 settembre 2019

LA MERENDA DELLE QUATTRO

E’ tempo di vendemmia.

Tutte le volte che arriva questo periodo dell’anno mi viene voglia di infornare la schiacciata con l’uva.

Intanto il forno scalda e già questo, dopo mesi di monogamici rapporti intimi con il frigorifero, mi regala un senso di conforto.

Poi impasto. Quel gesto atavico che evoca millenni.

Poi lievita. Quel profumo antico impiantato nella corteccia cerebrale di ogni essere umano, in ogni epoca, in ogni parte del mondo.

Alla fine lei è pronta: profumata, dolce con tutto quello zucchero sopra e succosa, con i chicchi d’uva morbidi e succulenti.

Alle prime fette arrivano i bambini.

Sono le quattro del pomeriggio. A settembre ci sono ancora bellissime giornate di sole, calde ma non opprimenti.

Amo la merenda delle quattro; è uno spartiacque tra i doveri quotidiani di tutti – la scuola, il lavoro, il pranzo, i compiti, le faccende domestiche- ed il momento in cui per i bambini si apre, sconfinato, lo spazio del gioco libero.

Io non avrei mai pensato che la mia vita si sarebbe svolta qui, nel paese dove sono nata e che, per tutti gli anni della giovinezza, mi è rimasto stretto. Mi manca molto della città: i musei, le gallerie d’arte dove giro sola e non mi sento mai sola, le caffetterie dove potersi rifugiare nell’anonimato più completo, i ristoranti dove mangiare seduti fuori in primavera, le vetrine dei negozi con quei vestiti bellissimi, che mi immagino indossare in uno chicchissimo cocktail party con un bicchiere di champagne in mano e le librerie, soprattutto, dove seppellirmi tra l’indaco delle copertine dell’Adelphi. E naturalmente, gli sconosciuti. Roteanti, frettolosi, che corrono in ogni direzione, con le loro vite misteriose da indovinare.

Poi, però, sono nati i miei figli.

E, per loro, tutti i giorni ringrazio il cielo perché siamo qui.

Scendono da basso, in strada, da soli, con le magliette sporche di cioccolata e i pantaloncini strappati, controllati con allegria dai vicini che li coinvolgono nelle loro faccende: strappare le erbacce, pulire il garage, portare in giro il cane.

Si siedono per terra, scorrazzano in bicicletta, tirano la palla nei giardini altrui e corrono a riprenderla senza dover dire: “permesso”. Loro conoscono tutti, tutti conoscono loro.

Siamo qui a due passi dal fiume, verde e profumato dalle piante che crescono tutto intorno, dove ci bagniamo in domeniche afose lontani dall’affollamento agostano del litorale.

Siamo qui a due passi dai boschi dove i miei bambini raccolgono castagne e funghi, pestando con forza con i loro stivaletti di gomma le foglie arancioni crepitanti sotto i piedi. 

E’ un tentativo vano, fuori dal tempo, quello di crescere bambini selvaggi, autentici, che possano conservare più a lungo possibile la loro innocenza in questa epoca di abuso sconfinato di televisione.

E’ molto difficile imporsi e cercare di dare ai propri figli l’infanzia che abbiamo avuto noi genitori: un’infanzia di puro gioco, di pomeriggi lunghi, illimitati e, soprattutto, di noia – linfa della creatività – senza tramortirli con l’impegno di mille snervanti attività extrascolastiche.

Si, è davvero faticoso tutto questo. E mi sento anche in colpa, spesso.

Ma io oggi ho preparato la schiacciata con l’uva.

Quando stasera, alle sette, i miei figli rientreranno in casa, si toglieranno le scarpe e le felpe che io ho tirato loro giù dal terrazzo quando l’aria ha cominciato a raffrescare. Con le mani sporchissime prenderanno un’altra fetta di schiaccia. Io li sgriderò perché è quasi l’ora di cena. Ma li guardo: i loro occhi sono vividi. Le guance rosse.

E io ora sono felice qui.

 

SCHIACCIATA CON L'UVA

Ricetta recuperata in un libro di antiche ricette della Toscana povera dove erano descritte anche altre versioni. Tutte prevedevano l'uso del rametto di ramerino da friggere nell'olio; procedura, nel tempo, completamente scomparsa.
Preparazione20 minuti
Cottura30 minuti
Tempo totale50 minuti
Porzioni: 8 persone

Ingredienti

  • un rametto di rosmarino
  • 6 cucchiai di olio extra vergine di oliva
  • 500 gr di farina 00
  • 3 cucchiai di zucchero
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1 uovo
  • q.b. latte
  • 2 grappoli di uva fragola (o altra di tuo gusto)

Istruzioni

  • Scalda il forno a 200°.
  • Metti in un pentolino il rosmarino con l'olio e fallo scaldare finché il rosmarino non avrà rilisciato il suo aroma nell'olio. Togli il rosmarino e fai raffreddare.
  • Impasta la farina con tutti gli altri ingredienti: zucchero, lievito, l'uovo, e metà dei chicchi d'uva. Aggiungi il latte quanto basta per rendere il composto più morbido possibile benché "modellabile".
  • Metti l'impasto nella teglia, appiattiscilo e fai dei buchi sulla superficie per inserirci dentro i restanti chicchi di uva: lavoro per i bambini di casa! Se proprio sei goloso, puoi spolverare la superficie con altro zucchero.
  • Inforna per circa 30 minuti.
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OPPURE PROVA QUESTE…

feta grigliata

feta grigliata

“IN UN PAESE ANTICO UN RAGAZZO CAMMINA IN SALITA ”
Silenzio assoluto.
Non rumore di vento perché l’aria è immobile.
Non rumore di uomo, perché a quest’ora non c’è nessuno.
Non rumore di mare, perché da quassù, in alto, lo possiamo solo vedere. Questo specchio blu.
Non azzurro. Non turchese. BLU. IL GRANDE BLU.
Oggi scrivo di te.

acciughe sotto sale

acciughe sotto sale

MERENDE ELEMENTARI

Sono i primi giorni di settembre.
E’ mattina presto e sono uscita per fare colazione al bar. L’aria è già raffrescata, e questo mi piace comunque, nonostante la fragranza malinconica di un’estate velocissima che sta per finire.
Quest’anno Gilda andrà in prima elementare.
Già…le elementari: una voragine si apre dentro di me, rivelandomi un mondo sommerso che profuma di astucci a tre scomparti.

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