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zucchini ripieni

2 luglio 2019

L’ORDINE SALVIFICO DI GABRIELLA

Oggi Gabriella è la mia vicina di casa; la sera dopocena, d’estate, scende in giardino ad annaffiare i fiori e appena i miei figli la vedono corrono giù in strada per aiutarla ma, più che altro, per farsi schizzare con la sistola.

Un tempo era solo la mamma di Caterina, una delle mie migliori amiche.

Da sempre è una bella donna, con gli occhi di un azzurro stupendo, magra, abbronzata, sempre curata.

Provo tantissima simpatia per Gabriella che, quando sta in casa, anche di inverno, indossa sempre e solo una vestaglietta smanicata e ciabatte, senza calze né maglioni.
E’ una donna enfatica, molto espressiva: quando racconta qualcosa è sempre o molto bello o molto grave; mi piacciono le persone così: vive.

Gabriella è precisa: ha tutti i suoi orari: alle 8,30 del mattino ha già fatto la spesa al supermercato; cena alle 19.00; quando cucina per Caterina mi fa il resoconto di tutte le cose che mette nei ciottolini per portarle a Cecina: “un pochino di involtini, un pochina di salsa con le zucchine”; insomma, è una donna che ha tutte le sue “cosine” a posto, precise.

Nell’estate dei nostri diciassette anni, decidemmo di fare la nostra prima vacanza da sole: io, Caterina, Maddalena e Monica. Campeggio “il Forte” a Marina di Bibbona.

La roulotte era di Gabri e Giorgio e mi ricordo ancora la prima volta che, qualche giorno prima di partire, ci salii sopra: un universo minuscolo ma affascinante di “cosine precise”.

Gabriella ci illustrava con il suo solito entusiasmo ogni angolo della roulotte, mostrandoci dove avremmo dovuto sistemare i nostri oggetti: c’era uno spazio per i costumi, uno per le scarpe, uno per lo shampoo, uno per gli asciugamani ecc… ammonendoci severamente che ogni deviazione da questo ordine rigoroso degli spazi avrebbe trasformato l’automezzo in una babele caotica, foriera di rovinare addirittura la nostra villeggiatura.

Ovviamente, dopo i primi due giorni di vacanza, l’abitacolo si era già trasformato in un suq disordinato con cumuli di oggetti multicolore che spostavamo di peso per passare da una parte all’altra; troppi erano i costumi da bagno da cambiarsi e scambiarsi durante il giorno (almeno due per la mattina e due per il pomeriggio) e troppo difficile era la scelta del vestito per uscire la sera per impegnarsi a perpetuare l’ordine meticoloso delle cosine di Gabriella.

Come avessimo fatto a provvedere al nostro sostentamento in quella prima vacanza non ne ho la più pallida idea, visto che all’epoca nessuna di noi si era mai minimamente interrogata su quale fosse il semplice fenomeno fisico che presiede la bollitura della pasta.

Nella veranda adibita a cucina mi ricordo aleggiare esclusivamente due soli odori: quello di olio solare al cocco e monoi e quello di muschio bianco del profumo “Musk di Alyssa Ashley”. Sinceramente, non so come sia andata la vita a questa signora Ashley, ma so per certo che se questa ha avuto una qualche ricchezza e fortuna, buona parte lo deve all’adolescenza di quattro ragazze di Pomarance- Pisa- Italia.

Dal punto di vista culinario, quindi, mi ricordo solamente di una schiacciata buonissima, tutta unta, comprata al panificio del campeggio per placare la fame di metà mattina; di un barattolo di arista sottolio che, chissà perché, era finito sotto le ruote della roulotte e di una precisissima teglia di zucchini ripieni che Gabri ci dette prima di partire, ben consapevole, nella sua idea di vita ordinata, che al nostro arrivo al Campeggio il Forte di Bibbona non avremmo più avuto certo il tempo per pensare a cucinare.

ZUCCHINI RIPIENI

Ammetto di non nutrire una grande simpatia per gli zucchini ripieni provando, in realtà, una decisa avversione per l'insipienza degli zucchini tout court.
Questa, però, è una tipica ricetta che sa di estate, che parla dell’intelligenza delle donne nel preparare qualcosa di buono e succulento in anticipo, per potersi godere un tranquillo pomeriggio estivo senza dover correre ai fornelli.
Gli zucchini ripieni si portano al mare per il pranzo della domenica in pineta; sono un piatto unico  da gustare seguiti solo da una fetta di cocomero; sono uno di quei patrimoni dell'umanità femminile che governano il nostro buonumore a tavola, tra chiacchiere e vestiti freschi di lino nelle sere calde d'estate.
Preparazione30 minuti
Cottura40 minuti
Tempo totale1 ora 10 minuti
Porzioni: 4

Ingredienti

  • 4 zucchini tonde (vanno benissimo anche quelle lunghe: anzi a Pomarance vanno per la maggiore!)
  • mezza cipolla
  • 300 gr macinato di manzo
  • 80 gr parmigiano grattugiato
  • 4 cucchiai di latte
  • 2 fette di pane senza crosta
  • 1 uovo
  • olio extra vergine d'oliva
  • sale e pepe e un pizzico di peperoncino
  • 40 gr pangrattato
  • burro a fiocchetti

Istruzioni

  • Metti a bollire un pentolino di acqua con una manciata di sale.
    Taglia gli zucchini a circa 2/3 di altezza, togliendo la calotta superiore; svuotali della polpa e tienila  da parte. Scottali in acqua a bollore (poco!).
  • In una padella fai imbiondire una cipolla e dopo facci saltare la polpa degli zucchini tagliata a piccoli pezzi.
    Fai raffreddare un poco.
  • Prendi una zuppiera e metti tutto insieme: la polpa degli zucchini, il macinato, il parmigiano, il pane ammollato nel latte e strizzato con le mani e l'uovo. Condisci tutto con olio, sale, pepe ed il peperoncino e con questo composto riempi gli zucchini.
  • In una teglia che andrà direttamente in tavola, unta con un filo d'olio, metti gli zucchini e spolverizzali con il pangrattato e qualche fiocchetto di burro.
  • In forno a 160° per circa 40 minuti. Devono bruciacchiarsi sopra!

Note

P.s. Infinite possibilità di personalizzazione, sia nel tipo di ripieno (qui da noi vanno alla grande anche gli zucchini ripieni di tonno) che nel dosaggio degli ingredienti!!
Stampa ricetta

oppure prova queste…

 

feta grigliata

feta grigliata

“IN UN PAESE ANTICO UN RAGAZZO CAMMINA IN SALITA ”
Silenzio assoluto.
Non rumore di vento perché l’aria è immobile.
Non rumore di uomo, perché a quest’ora non c’è nessuno.
Non rumore di mare, perché da quassù, in alto, lo possiamo solo vedere. Questo specchio blu.
Non azzurro. Non turchese. BLU. IL GRANDE BLU.
Oggi scrivo di te.

polpo all’elbana

polpo all’elbana

MEMORIE ELBANE N.2
Il mio babbo non smette di ricordare quelle estati infinite a Porto Azzurro.
Il profilo scuro dell’Isola è davanti a noi.
Lucciole lontane, nel buio, sono le luci di Capoliveri, Rio Marina e Naregno.
Lo sciacquio del mare, il rumore ipnotico del moto di ritorno delle onde che si infrangono sulla spiaggia suscita in Renato una risacca di ricordi, che rilascia ed abbandona, davanti ai nostri piedi, conchiglie di mondi scomparsi.

rigatoni alle cozze

rigatoni alle cozze

MEMORIE ELBANE N.1

Porto Azzurro, primi anni 60.
Uno scugnizzo magro, scalzo, con la pelle spellata dal sole, gli occhi ed i capelli scuri si incamminava verso casa.
Era affamato dalla mattinata trascorsa con una banda di giovani scalmanati a tuffarsi in mare dai barconi dei pescatori ormeggiati alla Rossa.
Ogni giorno, il ragazzino indugiava vagabondando tra il ristorante di Aladino ed il Delfino Verde di Paride: palafitte, a forma di nave, sospese sul mare elbano.

4 Commenti

  1. Camilla

    Brava Martina! Progetto creativo, interessante, di gusto, davvero davvero piacevole per chi legge..

    Rispondi
    • badabusina

      Camilla,
      grazie per il tuo commento: un’infilata di complimenti che mi inorgogliscono!
      Grazie grazie grazie.
      Martina

      Rispondi
  2. Caterina Gazzarri

    Sono contentissima..brava Marti…oddio..con tutti i racconti!!..emozionante!..mi sono venuti i brividi…

    Rispondi
    • badabusina

      Cate,
      grazie. Tu avevi avuto l’anticipazione delle anticipazioni!!! Ma lei??? Mitica.
      Un bacione.

      Rispondi

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