MEMORIE ELBANE N.2
Il mio babbo non smette di ricordare quelle estati infinite a Porto Azzurro.
Il profilo scuro dell’Isola è davanti a noi.
Lucciole lontane, nel buio, sono le luci di Capoliveri, Rio Marina e Naregno.
Lo sciacquio del mare, il rumore ipnotico del moto di ritorno delle onde che si infrangono sulla spiaggia suscita in Renato una risacca di ricordi, che rilascia ed abbandona, davanti ai nostri piedi, conchiglie di mondi scomparsi.
secondi
spezzatino con patate
IL PRANZO DELLE MEDIE
Al suono della campanella io ed i miei compagni di classe ci scaraventavamo fuori dall’aula, urtando sedie e banchi e, con una rumorosa corsa a spintoni, tra colpi di gomiti e zaini, uscivamo dalla scuola.
Il suono dei nostri goffi passi di preadolescenti acneici, con masse informi di capelli stopposi, risuonava sulla rampa rivestita di linoleum antiscivolo come quello di un branco di elefanti.
coniglio in umido con fagiolini
D’ESTATE ANDAVAMO A FORTE DEI MARMI
“La casa aveva un giardino…”
No, questo non è l’incipit di Vestivamo alla Marinara e no, non siamo la famiglia Agnelli.
Noi andavamo in Sardegna e, più precisamente, a Capo Testa.
Partenza 1 agosto. Ritorno 31 agosto.
Un mese spaccato di turchese e granito.
zucchini ripieni
L’ORDINE SALVIFICO DI GABRIELLA
Oggi Gabriella è la mia vicina di casa; la sera dopocena, d’estate, scende in giardino ad annaffiare i fiori e appena i miei figli la vedono corrono giù in strada per aiutarla ma, più che altro, per farsi schizzare con la sistola.
Un tempo era solo la mamma di Caterina, una delle mie migliori amiche.